In filosofia per sostanza, dal latino substantia, ricalcato dal greco ὐποκέιμηνον (hypokeimenon) , letteralmente traducibile con "ciò che sta sotto", si intende ciò che è nascosto all'interno della cosa sensibile come suo fondamento ontologico. La sostanza è inteso come elemento ineliminabile, costitutivo di ogni cosa per cui lo si distingue da ciò che è accessorio. [Citazione]. Caso strano, si ma vero, fu proprio la filosofia, l’astratteggiante filosofia ad insinuare il dubbio negli “scienziati”del tempo, soprattutto della Grecia a ricercare, a muovere il loro interesse verso ciò che “costituiva” la più piccola parte di ciò che gli stava dinnanzi. Democrito, dopo aver peregrinato per anni per «tutta la terra» arrivò a riflettere su ciò che esiste ed è tangibile, la sostanza, e su ciò che non esiste, il vuoto. Non si soffermò solo alla sostanza, ma Democrito ebbe una geniale intuizione e curiosità, pensava che la sostanza fosse a sua volta composta da sotto-sostanze, e che esse a loro volta erano composte da sotto-sotto-sostanze, fino ad arrivare al cuore della sostanza, una sub-sostanza che però risultasse indivisibile, un “ἄτομος” Àtomos, l’indivisibile appunto. Democrito arrivo ad una sensazionale scoperta (certo basata non su osservazioni o sperimentazioni, per quello dovremo aspettare rutherford e la Fisica del 900) la sostanza era organizzata in atomi, e questi atomi rappresentavano la vera sostanza, intesa come ciò che “stà sotto” e che da caratteristica alla “cosa” che compone essa stessa. Da qui, il concetto di sostanza in Chimica, che si differenzia proprio sulla base degli atomi che la compongono: nel caso gli atomi sono i medesimi, (es. O2; N2 e in generale le molecole biatomiche) si parla di SOSTANZA SEMPLICE, nel caso gli atomi non sia uguali (es. H2O; CH3COOH) si parla di SOSTANZA COMPOSTA. Tutto parte quindi dalla sostanza, la quale è composta da atomi che “si organizzano” e formano una semplice od una composta, da esse derivano tutti le altre specie di “miscela” e di “soluzione”, formate da svariate sostanze, che possono mescolarsi o meno, conservare le proprie caratteristiche o meno. Ora, che la «sostanza» del discorso era ormai nota a tutti, nella comunità scientifica ci si pose il problema non indifferente di dover compiere delle misure su questa sostanza, delle misure che potessero descriverla, certo, si poteva pesare, ma solo nel caso ci fossero grosse quantità della stessa, immaginate come fosse possibile pesare “qualche” atomo con una stadera?! Grazie al cielo, nel 1896 Wilhelm Ostwald introdusse il concetto di mole, intesa come “quantità di sostanza che contiene un numero di atomi pari al numero di atomi contenuti in 12g di C12 definizione dalla quale deriva la definizione più “scolastica” de: “La massa in grammi pari al peso molecolare”. Dal 1976, la Mole (mol) è entrata a far parte del SI (antecedente a questa data erano le grammoli e grammolecole) e dal 2002 è l’unico sistema per misurare la quantità di sostanza chimica in Italia e in tutto il Mondo.
l'articolo partecipa alla seconda edizione del Carnevale della chimica, ospitata da Scientificando
Arrivo da Scientificando
RispondiEliminaComplimenti!
Grazie rosy!
RispondiElimina