Riprendo scherzosamente il titolo del post precedente per presentare una serie di statistiche relative all'andamento dei "permessi per malattia" a seguito dell'introduzione della legge 133/08, meglio nota come la "Riforma Brunetta" ( in verità è meglio conosciuta come la "legge anti-fannulloni" ma non mi piace come accezione.). Di seguito l'articolo.
Discusso, contestato, criticato, ma anche accolto con apprezzamento, il decreto Brunetta, che ha inasprito i controlli sui permessi per malattia, sembra apportare effettivamente qualche modifica sostanziale nelle abitudini e nei comportamenti dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche.
A 30 mesi dalla sua approvazione, secondo i dati rilevati dal monitoraggio condotto dal ministero per la Pubblica amministrazione e l’innovazione in collaborazione con l’Istat, nel confronto tra il mese di settembre 2009 e lo stesso periodo del 2010, le differenze balzano all’occhio. Anche per i lavoratori degli enti bresciani. Il calcolo è basato sulle rilevazioni trasmesse da 4485 amministrazioni pubbliche, ad esclusione dei comparti scuola, università, pubblica sicurezza e vigili del fuoco.
Rispetto allo stesso mese del 2009, a settembre, le assenze per malattia dei dipendenti pubblici sono diminuite del 4,4% (le giornate medie di assenza sono pari a 0,8 per dipendente). Si sono inoltre evidenziate riduzioni sia degli eventi di assenza per malattia superiori a 10 giorni (-12,4%) sia delle assenze per altri motivi (-4,9%).
Questo per quanto concerne i risultati globali, guardando invece alla realtà bresciana, scorrendo la tabella comparativa, il caso più eclatante di “ritrovata salute” è rappresentato dal comune di Gussago, in cui, in 12 mesi, le assenze, che nel 2009 avevano toccato il 94,7%, sono diminuite fino a toccare quota 23,3%.
Come si comportano invece i dipendenti di Palazzo Loggia? Il calo dei permessi per malattia si è attestato al 13,5%. Meglio ha fatto Montichiari dove la percentuale è salita al 41,8%. Il monitoraggio conferma come la legge 133/2008 abbia ridotto in misura significativa i giorni di assenza per malattia. La riduzione media delle assenze per malattia procapite dei dipendenti pubblici è infatti pari a circa -35%.
Un dato che corrisponde a 65.000 dipendenti in più ogni anno sul posto di lavoro. I tassi di assenteismo del settore pubblico si sono così riallineati a quelli del settore privato: un successo che, secondo il ministero, si traduce in una maggiore qualità e quantità dei beni e dei servizi pubblici erogati ai cittadini.
Nella provincia, invece, i comuni “più sani” sono Bedizzole, passato a -65% di assenti per malattia, con una media di 0,12 giorni a dipendente, Montichiari, come sopra ricordato, dove la media di assenza procapite è pari a 0, 55 giorni di permessi, Villa Carcina (-39,1%), Gardone Val Trompia (-28,6%), Gussago (-23,3%), Brescia (-13,5%), Lumezzane (-7,1%).
Per quanto riguarda gli altri enti, la Provincia di Brescia ha visto meno permessi nella misura del 18% (0,71 giorni pro capite), il Civile con un calo di assenze del 14,4% e l’azienda ospedaliera “Mellino Mellini” di Chiari con un -12,8 cui segue, ben distanziato nei valori, l’ospedale di Desenzano del Garda (-2,9%).
Netta impennata di permessi per malattia si è registrata invece al comune di Gavardo, con una percentuale del 23,1%, all’Asl di Vallecamonica Sebino, dove la percentuale è salita di 38,4 punti, al comune di Sarezzo, dove i permessi per malattia sono aumentati del 58% e all’amministrazione comunale di Lonato del Garda dove gli assenti per malattia sono saliti dell’88, 2 %.
Diversa anche la distribuzione del fenomeno al livello delle macro aree dello Stivale: si va dal -7,2% delle regioni del Mezzogiorno al -1,2% di quelle del Nord Est.
Come si comportano invece i dipendenti dei ministeri? Spiccano i dati del ministero dell'Interno (-22,0%), di quelli del Lavoro e delle Politiche Sociali (-10,8%), dell'Istruzione (-10,5%), delle Infrastrutture (-4,6%), della Giustizia (-4,1%) e dell' Economia e delle Finanze (-3,9%) mentre si registra un aumento del fenomeno presso la Presidenza del Consiglio dei ministri (+2,3%), il ministero dello Sviluppo Economico (+2,7%) e quello per i Beni e le Attività Culturali (+3,1%).
Sbagliando nel modo di presentare la riforma, ma non nel merito, credo che il Ministro Brunetta abbia colto nel segno, forse uno fra i ministeri che più stanno lavorando e cercando di mettere l'Italia al passo degli altri Paesi.
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