giovedì 30 luglio 2009

"Caritas in veritate"

Preannuncio che questo post è EVIDENTEMENTE teso a presentare la bontà dell'enciclica del Papa.
Personalmente penso che sia dai tempi della "Popolorum progressio" che un papa non dice certe cose su temi così poco teologici (a prima vista!)
Come Papa Paolo VI, purtroppo anche Benedetto XVI resterà un papa non capito dai più. ne sono convinto.
ecco un sunto dei punti che ritengo più meritevoli di citazione.

1. Benedetto propone l’urgenza di costituire una vera autorità politica mondiale, al posto di un ONU e delle sue organizzazioni figlie (FAO; UNESCO;ecc.) ormai da tempo incapaci di compiere le proprie missioni istituzionali. Si pensi ad esempio al problema irrisolto della fame nel mondo, in peggioramento progressivo e costante.: “Capita talvolta che chi è destinatario degli aiuti diventi funzionale a chi lo aiuta e che i poveri servano a mantenere in vita dispendiose organizzazioni burocratiche che riservano per la propria conservazione percentuali troppo elevate di quelle risorse che invece dovrebbero essere destinate allo sviluppo. “ Lo stesso potrebbe già dirsi dell’Unione Europea e della sua incapacità non solo di garantire uno sviluppo omogeneo ai paesi europei, ma anche di fronteggiare omogeneamente la crisi, invece di lasciare alla misure intraprese dai singoli stati la magia di cambiare le cose. E agli Stati Uniti, inutili gendarmi di un mondo che più che altro sembra diretto verso la fine delle risorse naturali, acqua, cibo e energia innanzitutto. Il G8 non affronta questo argomento, intendendo forse di avere già le referenze necessarie.
2. Un altro tema essenziale è l’ambiente e l’energia. Il Pontefice ha il coraggio di puntare il dito contro i paesi ricchi ( e la loro longa manus, le imprese multinazionali): “L'accaparramento delle risorse energetiche non rinnovabili da parte di alcuni Stati, gruppi di potere e imprese costituisce, infatti, un grave impedimento per lo sviluppo dei Paesi poveri”; “L'accaparramento delle risorse, specialmente dell'acqua, può provocare gravi conflitti tra le popolazioni coinvolte. Un pacifico accordo sull'uso delle risorse può salvaguardare la natura e, contemporaneamente, il benessere delle società interessate.” Debole e soprattutto vago il G8: i paesi partecipanti “firmeranno una Dichiarazione e congiunta e lanceranno una importante iniziativa sulla sicurezza alimentare per finanziare l’agricoltura e sostenere la lotta contro la fame. Il G8 a Presidenza italiana è inoltre impegnato a porre le basi per lanciare, entro l’anno, un partenariato G8-Africa per migliorare l’accesso all’acqua e ai servizi igienici di base”. Stiamo tranquilli, visto che ad esempio l’Italia ha finora dimenticato di onorare il 97% dei fondi promessi all’Africa al vertice di Gleneagles del 2005.
3. Rispetto per i migranti: l’esortazione del Papa si confronta con le misure sempre più restrittive degli USA e dell’Europa, Italia in prima fila con le sue centinaia di migliaia di badanti clandestine. Il G8 propone una modesta misura di “dimezzamento dei costi di transazione delle rimesse degli emigranti”, quelli ovviamente legali. Per gli altri l’espulsione e multe di migliaia di euro.

4. Lavoro decente per tutti, no alla delocalizzazione del lavoro se si tratta solo di sfruttamento e lotta alla precarietà, basi fondamentali per una società fondata sulla famiglia. Il G8 risponde con un banale generico slogan “People first” e nessuna indicazione al mondo delle imprese e del lavoro.
5. Il bene comune come guida, al posto del profitto individuale: “Lo sviluppo è impossibile senza uomini retti, senza operatori economici e uomini politici che vivano fortemente nelle loro coscienze l'appello del bene comune. Sono necessarie sia la preparazione professionale sia la coerenza morale. Quando prevale l'assolutizzazione della tecnica si realizza una confusione fra fini e mezzi, l'imprenditore considererà come unico criterio d'azione il massimo profitto della produzione; il politico, il consolidamento del potere; lo scienziato, il risultato delle sue scoperte. Accade così che, spesso, sotto la rete dei rapporti economici, finanziari o politici, permangono incomprensioni, disagi e ingiustizie; i flussi delle conoscenze tecniche si moltiplicano, ma a beneficio dei loro proprietari, mentre la situazione reale delle popolazioni che vivono sotto e quasi sempre all'oscuro di questi flussi rimane immutata, senza reali possibilità di emancipazione.” Il G8 ha tra i suoi temi una generica ricerca di una “una strategia per arrivare a un insieme di principi comuni in fatto di regole di correttezza, integrità e trasparenza per la finanza e per il business internazionale (Global Standard)”. Poco facile credere che un tale risultato arrivi da un summit che da una parte riunisce solo una limitatissima cerchia di paesi, dall’altra non ha nessuno che possa definire precisamente cosa sia questa correttezza, integrità e trasparenza ne ha meccanismi che possano imporla a tutti: il business americano ha le sue regole ben precise e canonizzate da decenni, non molto omogenee con quelle europee, giapponesi o cinesi, solo per fare degli esempi.
6. “La complessiva tenuta morale della società” è per il papa la base di partenza per tutelare l’ecologia umana ed ambientale. Non si può non essere d’accordo in generale e discutere pur da differenti punti di vista nello specifico anche di aborto, eutanasie ed eugenetica. Ma nel G8 non appaiono molti interlocutori credibili su questi temi, tra capi di stato che non specchiano per costumi personali irreprensibili, che hanno collaboratori costretti alle dimissioni da leggerezze assurde, che sfoggiano mogli modelle e nascondono piccole amanti impertinenti.

Altre considerazione sarebbero un di più, un decoro che nn serve.

Per leggere l'enciclica integralmente clicca QUI

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