IL PRESENTE ARTICOLO PARTECIPA ALLA 20a EDIZIONE
DEL CARNEVALE DELLA CHIMICA
"CERCANDO TRACCE DI VITA NELL'UNIVERSO
C’è vita nell’universo? Questa domanda è da considerarsi a tutti gli effetti il dubbio principale del XXI secolo. Non è ancora possibile fornire una risposta esaustiva, per questo mi limiterò una spiegazione parziale: tenterò di descrivere alcuni risultati ottenuti dalle molteplici sonde inviate su Marte nel corso dell’ultimo decennio. Per onestà intellettuale non citerò nessuno dei risultati forniti dalla sonda Curiosity, poiché, oltre ad essere pochi, sono ancora oggetto di studi ed approfondimenti e per questo non costituiscono dati certi su cui basarsi.
“Ammonia on Mars could mean life” Titolava così un articolo apparso sul sito della BBC News a firma del Dr David Whitehouse che commenta alcuni dati
che ci arrivano direttamente da Marte…
È possibile che sia stata rinvenuta la presenza di ammoniaca nell’atmosfera di Marte: la sua firma spettrale è stata provvisoriamente captata dai sensori a bordo dell'Agenzia Spaziale Europea orbitante Mars Express.
Bhe? E dove starebbe la notizia sensazionale?!?
L’Ammoniaca sopravvive solo per un breve periodo di tempo nell'atmosfera di Marte. Ora, se davvero venissero confermate le indagini “preliminari” e se quindi si accertasse la reale presenza di ammoniaca, ne conseguirebbe che questa deve essere costantemente prodotta. L'ammoniaca potrebbe originarsi da Vulcani attivi, dei quali non è ancora stata individuata alcuna traccia sul suolo del pianeta rosso, oppure dai… BATTERI!!!
Ma procediamo per gradi... Come è stata rilevata la presenza di ammoniaca su Marte?
attraverso lo strumento detto "PFS" ben descritto sul sito internet dell' UNIPATHENOPE:
Lo strumento Planetary Fourier Spectrometer è un interferometro infrarosso indirizzato allo studio dell’atmosfera e della superficie marziana. Lo strumento è parte del carico scientifico della missione ESA Mars Express (MEX) che raggiungerà Marte nel Gennaio del 2004. PFS è uno spettrometro di Fourier a doppio pendolo capace di misurare radiazione infrarossa compresa nell'intervallo da 1.25 µm a 50 µm, suddiviso in due canali ricettivi: 1.2-5 µm il canale Short Wavelength (SW) e 5-45 µm il canale Long Wavelegth (LW).
Lo strumento PFS |
E cosa si può/come si può "vedere" con questo strumento?
l'atmosferaa) il monitoraggio globale e temporale del campo tridimensionale delle temperatura nella bassa atmosfera (dalla superficie fino a 40 km);b) le misure delle variazioni dei costituenti minori (ad es. vapor d'acqua);c) la ricerca di possibili altri costituenti atmosferici minori (come metano e zolfo possibili indicatori di attività biologica o vulcanica)e) lo studio delle proprietà ottiche degli aerosoli: nubi di polvere, di ghiaccio, foschie;la superficiea) studio dell'inerzia termica attraverso le variazioni giornaliere della temperatura superficiale;b) determinazione delle restrizioni sulla composizione mineralogica dello strato superficiale;c) determinazione della natura dei condensati superficiali e variazioni della loro composizione;d) processi di scambio fra atmosfera e superficie.
Dopo questo doveroso approfondimento, torniamo ai risultati delle osservazioni.
Il Professor Vittorio Formisano, ricercatore principale del progetto PFS, durante un'intervista spiega che Il PFS è sensibile alla radiazione nella regione spettrale di 1,2 - 5 micron e 5-50 micron, una regione ricca di molecole rilevanti (come acqua e anidride carbonica). In questa regione spettrale, è stata rilevata una linea spettrale a 10 micron di ammoniaca.
Finora il PFS ha osservato un impoverimento di anidride carbonica e un arricchimento di vapor d'acqua su alcuni dei grandi vulcani spenti su Marte, ma è l'individuazione di composti minori, possibile grazie ai sensori ad alta risoluzione, che sta suscitando eccitazione nel mondo scientifico.
Finora il PFS ha osservato un impoverimento di anidride carbonica e un arricchimento di vapor d'acqua su alcuni dei grandi vulcani spenti su Marte, ma è l'individuazione di composti minori, possibile grazie ai sensori ad alta risoluzione, che sta suscitando eccitazione nel mondo scientifico.
L'ammoniaca, come già anticipato, non è una molecola stabile nell'atmosfera marziana. Se non fosse stata generata in continuazione in qualche modo, sarebbe rimasta solo poche ore prima di svanire.
Una possibilità che gli scienziati hanno voluto escludere è che l'ammoniaca provenisse dagli airbag della fallita missione Beagle 2.:Sono state condotte infatti accurate analisi che hanno potuto dimostrare che la distribuzione dell'ammoniaca sospetta non è coerente con questa ipotesi.
Il tentativo di rilevare ammoniaca nell'astmosfera di Marte si motiva con la scoperta, effettuata in precedenza della presenza di metano sul pianeta rosso. Il metano è un altro gas con una possibile origine biologica.
Il tentativo di rilevare ammoniaca nell'astmosfera di Marte si motiva con la scoperta, effettuata in precedenza della presenza di metano sul pianeta rosso. Il metano è un altro gas con una possibile origine biologica.
L'importanza della scoperta dell'ammoniaca è che è un composto di azoto e idrogeno, dato che l'azoto è
raro in ambiente marziano, la presenza di ammoniaca può indicare che la vita microbica marziana è effettuata in funzione dell’accaparramento di esso, magari proprio sottoforma di ammoniaca utilizzata come "riserva".
Come vi avevo già anticipato, dopo aver letto questo articolo, non potremo rispondere si o no alla domanda iniziale, ma quantomeno potremo dirci più o meno scettici su certe idee "scientifiche" che circolano sui media!.
Un grazie in particolare a Michele, Paolo, Nicola e Bruno per i consigli circa la stesura di questo articolo!
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